giovedì 29 settembre 2016

INDIVIDUAL-MENTE... U N I C O

 
Tutta l'esperienza formativa di ciascun essere umano è costantemente attraversata e costellata da continue presenze dell'"ALTRO"...
Le relazioni interpersonali sono di fatto una "galleria di volti" che irrompono nel nostro spazio vitale e ai quali rispondiamo in forme differenti e a ciascuno, a suo modo, in forma singolare...
Entrare in relazione con l'altro innegabilmente vuol dire entrare in contatto con un'altra identità, cioè con qualcuno che è "diverso" da ME... E attraverso questo gesto, oltre a sviluppare maggiore coscienza della mia identità, io posso diventare più ricco, dell'alterità riconosciuta...
 
Eppure a volte, a livello sociale (ed anche educativo) si cerca di annullare la "diversità" che ci rende tutti così meravigliosamente unici, si tende a lavorare più sul COLLETTIVO che sull'INDIVIDUO, a creare universi omologati, comunità di simili dove il singolo si deve identificare con il gruppo e la pluralità dei soggetti non sempre viene rispettata... Così l'"alterità" e la "diversità" vengono attribuite non a ciascun individuo in quanto essere differente da un altro, ma solo ad alcuni che presentano "particolari caratteristiche" che li rendono dissimili rispetto all'omologazione del gruppo... Ed è proprio per questo che la presenza del cosiddetto "DIVERSO" nella società come a scuola genera conflitti, mette in crisi il normale funzionamento del SISTEMA e condiziona in modo forte la formazione e la crescita dei singoli, tanto più se si tratta di bambini e/o adolescenti...

La "DIVERSITA'" è cioè spesso vista (dai cosiddetti NORMALI - cioè da coloro che seguono le regole o norme) in chiave negativa, come "minaccia" della propria identità e per questo la presenza del "DIVERSO" frequentemente genera sentimenti di paura, ansia, sospetto (per chi non ha compreso l'essenza dell'ESSERE DIVERSO)...
Basti anche solo pensare (in chiave visiva) a quanto la presenza di alunni stranieri o di portatori di handicap o anche dei cosiddetti alunni difficili abbia creato in passato (e talvolta crei ancora) notevoli timori negli educatori e difficoltà relazionali all'interno di un gruppo...
 
Se si riuscisse invece a percepire la "differenza" NON come un limite alla comunicazione, ma come un "VALORE", una "RISORSA", un "DIRITTO", l'incontro con l'altro potrebbe essere in certi casi anche scontro, ma non sarebbe mai discriminazione... E l'educazione diventerebbe scoperta e affermazione della propria identità e, contemporaneamente, VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE...

E' così che di frequente il pregiudizio, inteso proprio come giudizio superficiale non avvallato da fatti, ma da opinioni, il motore che a volte muove le azioni e i comportamenti della massa dei "NORMALI", condiziona le nostre relazioni evolutive, ostacolando a volte appunto le opportunità di contatto, incontro, esplorazione, scoperta che sono i fondamenti dei rapporto con l'altro da SE'...
 
Ma il pregiudizio non è innato, ha piuttosto il suo fondamento nelle influenze familiari, ambientali, mediatiche, e si struttura già dalla prima infanzia. Pertanto, se crediamo sia giusto cercare di limitare il più possibile l'insorgere di pregiudizi, è fondamentale intervenire a livello attuale culturale, educativo e informativo per fare della diversità una vera ricchezza, un nuovo paradigma di accrescimento individuale e per stimolare sempre di più bambini, ragazzi e adulti a pensare CRITICAMENTE piuttosto che dir loro quello che devono pensare o fare... In quest'ottica, diciamolo pure, uno dei compiti della scuola dovrebbe essere quello di educare alla differenza, all'altro, al diverso, per creare i presupposti di una cultura dedita all'espressione individuale e per impedire l'omogeneizzazione culturale...

 "LA NOSTRA RICCHEZZA COLLETTIVA (ha scritto Albert Jachard), E' DATA IN ASSOLUTO DALLA NOSTRA DIVERSITA'...
L'altro, come individuo o come gruppo, è prezioso nella misura in cui è dissimile. Oggi più che mai, avvicinandoci a questi concetti essenziali di esistenza, anche già dall'età scolastica, cominciamo a comprendere e a considerare il diverso NON come un "pericolo" per la propria sicurezza, ma come "LA VERA ESSENZA DI CHI SIAMO REALMENTE".
E teniamo sempre presente che, una vera pedagogia della differenza si esprime non certo in prediche e indottrinamenti, né con tecniche di persuasione più o meno sofisticate, ma anzitutto sperimentando quotidianamente la realtà di un'istruzione come una "comunità di diversi", che non emargina chi non è "uguale" o chi non è in grado di seguire il ritmo di chi ha già compreso... E deve essere chiaro che, perché tutto ciò avvenga, è necessario porre come elementi centrali della relazione "conoscitiva" l'ascolto, l'informazione, il dialogo, l'accettazione del senso critico, la ricerca comune e l'utilizzo di metodologie attive e di tecniche di conoscenza e azione in grado di sviluppare le capacità critiche di porsi delle domande, di imparare a mettersi nei panni altrui (compassione), di attivare delle reti di discussione (anche con se stessi), di uscire dagli schemi, di essere creativi e divergenti...

E' bene ricordarsi l'importanza del linguaggio audiovisivo in generale, e quindi pesare e criticare ad oltranza la cultura manipolativa mediatica e cinematografica, riuscendo a estrapolare solo ciò che in particolare diventa molto utile per dar corpo e vita ai nostri progetti, alle nostre idee e per tradurre quest'ultime in concreti percorsi di avvicinamento e conoscenza delle culture UMANE INDIVIDUALI...

Coscienti del peso che la civiltà delle immagini ha nella costruzione dell'immaginario individuale e collettivo, nella creazione di visioni del mondo, di rappresentazioni dell'"altro" e dell'"altrove", sarebbe opportuno, utile ed importante seguire percorsi che, proprio a partire dai linguaggi audiovisivi, sono in grado di rispondere a molteplici esigenze consentendoci di: attivare dei percorsi di analisi e decostruzione di ciò che continuamente OSSERVIAMO con i nostri occhi; graffiare la superficie(per modo di dire) e oltrepassare la cornice dello SCHERMO VISIVO; aiutare altri non solo a vedere, ma anche a guardare con occhi più attenti, critici, selettivi; analizzare i meccanismi e individuare gli ARTIFICI (o magie) su cui si fonda la Comunicazione Massmediale...

Impariamo ad attuare metodologie attraverso le quali proporci e proporre situazioni Audio‑Visive finalizzate al potenziamento di abilità percettive e al decentramento percettivo - allo sviluppo della capacità di mettersi nei panni dell'altro, di uscire dal proprio punto dì vista per assumere quello altrui..
Allo sviluppo della capacità di guardare le cose, il mondo, da diverse angolazioni.. Capacità di aiutare a individuare e mettere in discussione i principali stereotipi utilizzati dai Mass Media nella messa in scena dell'"ALTRO".. Istruirci assiduamente e con fierezza, adottando CONSAPEVOLEZZA, alla detenzione della nostra identità, alterità, diversità.. Stimolare atteggiamenti solidali nei riguardi di ogni persona.. Sviluppare visioni multiprospettiche delle realtà prese in considerazione.. Viaggiare virtualmente intorno al mondo attraverso l'apprendimento della conoscenza, senza scartare gli altri popoli che lo abitano..

"SONO SALITO SULLA CATTEDRA PER RICORDARE A ME STESSO CHE DOBBIAMO GUARDARE LE COSE SEMPRE DA ANGOLAZIONI DIVERSE" - Robin Williams in "L'attimo Fuggente"...
Rinunciare alla spontaneità e all'individualità significa soffocare la vita... il proprio ESSERE.

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